Quando si parla di magnetoterapia si fa riferimento a una pratica di medicina alternativa basata sull’idea che l’esposizione a campi magnetici permetta di ottenere effetti terapeutici. Con questa pratica, i promotori ritengono di poter trattare una serie di problematiche che vanno, tanto per citarne alcuni, dalle fratture ossee ai dolori articolari, dall’osteoporosi all’artrite e persino la fibromialgia.
Chiaramente secondo la medicina ufficiale si tratta di una pratica totalmente priva di fondamento scientifico; esistono anche numerosi studi che ne hanno dimostrato l’assoluta inutilità ai fini terapeutici.
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Come funziona questa pratica di medicina alternativa?
Per riuscire a comprendere il meccanismo che ruota attorno alla magnetoterapia è indispensabile avere chiari alcune nozioni di elettrofisiologia della cellula. Le cellule presenti nel corpo umano possiedono una carica elettrica dovuta alla presenza, al loro interno, di atomi dotati di carica. Questa carica interna degli atomi è diversa rispetto alla carica delle cellule umane; questo porta a una situazione che viene definita come potenziale di membrana a riposo.
A seguito dell’invecchiamento della cellula il potenziale di membrana può subire delle alterazioni, che sono responsabili del cattivo funzionamento della cellula stessa oltre che dei tessuti che ne fanno parte. Secondo i suoi fautori, la magnetoterapia sarebbe in grado di ripristinare il potenziale di membrana a riposo nelle cellule, che riprenderebbero quindi a funzionare adeguatamente e a ripararsi in maniera più celere quando sottoposte a danni.
Quali sono quindi gli effetti della magnetoterapia a livello cellulare?
Oltre alla capacità di ripristinare il potenziale di membrana, si ritiene che tale pratica sia in grado di interagire con il ferro presente nell’emoglobina contribuendo a migliorare la circolazione del sangue. Inoltre la magnetoterapia è considerata capace di ristabilire l’energia elettromagnetica.
Frequenza dei campi magnetici e loro uso
Nella magnetoterapia si ricorre a due tipologie differenti di magneti; uno è in grado di creare campi magnetici a bassa frequenza (tra i 5 e i 100 Hz) mentre l’altro può creare campi ad alta frequenza (tra i 18 e i 900 MHz). La scelta della corretta frequenza da applicare al caso specifico dipende dalla tipologia di problema che si deve curare. I fautori di questa pratica alternativa ritengono, infatti, che vi siano condizioni che si prestano meglio all’una piuttosto che all’altra.
La magnetoterapia a bassa frequenza sarebbe utile nel caso in cui occorra favorire l’assunzione di calcio o quando occorre stimolare la calcificazione delle ossa danneggiate a seguito di una frattura. L’esposizione ai campi magnetici a più elevata frequenza sono considerati indicati per favorire la circolazione del sangue e ridurre gli stati infiammatori.
Che tipo di apparecchiatura viene utilizzata?
L’apparecchiatura si compone di una console computerizzata, cavi di collegamento e due magneti. E’ dalla console che si genera l’energia che andrà infusa, attraverso i cavi, ai magneti e da questi ne uscirà generando il campo magnetico. Si tratta di un’apparecchiatura all’apparenza semplice da usare; la console è anche quello strumento indispensabile affinché il terapeuta possa regolare la frequenza del campo magnetico.
Dove si possono effettuare sedute di magnetoterapia?
In generale si tratta di un servizio che viene garantito prevalentemente presso i centri di riabilitazione o presso le cliniche mediche private.
Svolgimento di una seduta
Per quanto si tratti di medicina alternativa, anche prima di una seduta di magnetoterapia è previsto una sorta di questionario anamnestico che consente al terapeuta di individuare la causa del problema e indirizzare di conseguenza verso la migliore soluzione.
Questi dati andranno inseriti nella console che, dopo una fase di elaborazione, andrà a effettuare una calibratura. Quest’ultima è fondamentale poiché è sulla base di quella che il terapeuta andrà a creare il campo magnetico. Attivati i magneti la macchina agisce in autonomia senza alcun bisogno di supervisione.
Qual è la durata media di una seduta?
Le sedute hanno una media di durata che varia dai 20 ai 35 minuti. Gli esperti di questa pratica ritengono, però, che affinché la seduta sia realmente efficace la sua durata non dovrebbe essere inferiore a 30 minuti.
E il numero minimo di trattamenti per avere benefici quale dovrebbe essere?
L’ideatore di questa particolare medicina alternativa consiglia, affinché il trattamento riesca a risolvere la problematica e sia efficace, dovrebbe consistere in una trentina di sedute circa. Bisogna tenere in considerazione che si tratta comunque di un numero variabile, la quantità esatta potrà essere indicata unicamente dal terapeuta dopo la valutazione iniziale del problema lamentato dal paziente.
Magnetoterapia Notturna
Quando si parla di magnetoterapia notturna ci si riferisce a una particolare seduta di magnetoterapia che viene effettuata durante la notte, ovvero mentre il paziente dorme. Perché si possa eseguire si utilizza un magnete diverso rispetto a quelli adoperati nei normali trattamenti; in tali circostanze, infatti, ci troveremo dinanzi a una coperta magnetizzata con la quale il paziente si avvolge prima di addormentarsi. Per considerarsi “magnetizzata” la coperta deve essere dotata di magneti interni.
Questo tipo di sedute, in considerazione del numero di ore di trattamento che permettono di ottenere, vengono normalmente consigliate a coloro che necessitano di trattamenti di durata maggiore, solitamente a causa di patologie croniche. Può essere costoso accedere a questo tipo di trattamento poiché la coperta dovrà essere acquistata o al massimo noleggiata.
Esistono controindicazioni alla magnetoterapia?
Rispetto all’elettrostimolazione, per quanto concerne la magnetoterapia sono sostanzialmente due le categorie di soggetti per i quali è controindicata: le donne incinte e i portatori di pacemaker o defibrillatori.
Considerando come agisce la magnetoterapia risulta evidente che venga evitata in caso di soggetti con pacemaker o altri dispositivi impiantabili; i campi magnetici potrebbero, infatti, andare a interferire col funzionamento del dispositivo che non sarebbe quindi in grado di svolgere la funzione per la quale è deputato.
Gli stessi campi magnetici, ed è la ragione per cui le donne in gravidanza non possono sottoporsi a questo trattamento, potrebbero compromettere lo sviluppo del feto, andando a causare potenziali anomalie nel nascituro o portare all’interruzione della gravidanza.
Potenziali effetti collaterali
La magnetoterapia è considerata una pratica sostanzialmente sicura e totalmente indolore.
Le critiche principali mosse alla magnetoterapia
Vi sono diverse critiche mosse a questo tipo di pratica di medicina alternativa; ci si andrà, in questo articolo, a soffermare sulle principali. E’ stato evidenziato che i magneti usati non sono in grado di produrre campi magnetici tanto potenti da riuscire ad avere effetto su muscoli, ossa o altri organi.
Inoltre è da considerare che seppure sia vero che il ferro risponde ai campi magnetici, questo si verifica solamente quando si trova in forma solida cristallina. All’interno del corpo umano il ferro si trova nell’emoglobina in forma molecolare, quindi non sarà in grado di rispondere allo stimolo magnetico.
Che cosa ne pensa la comunità scientifica?
Sull’argomento si è espresso anche l’Ente governativo statunitense per la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici (FDA), affermando quanto già rilevato dalla comunità scientifica: la magnetoterapia è una pratica priva di qualsiasi fondamento medico e di utilità terapeutica.
Preoccupazione dei medici che hanno studiato la pratica
Al di là del grido unanime della comunità scientifica, molti medici sono preoccupati da una conseguenza della magnetoterapia molto più sottile e nascosta. Ritengono, infatti, che la guarigione possa venire ritardata per colpa di tale pratica nel caso una persona faccia totale affidamento su essa per risolvere la condizione medica che la affligge.
Magnetoterapia o elettrostimolazione?
La scelta, come è logico supporre, è determinata dalla problematica per la quale si ricerca una soluzione, ma in questo caso specifico anche un po’ dall’idea che ci si è fatti in merito a entrambe le pratiche. Per quanto concerne la riabilitazione, tra le due pratiche sicuramente è l’elettrostimolazione quella che si è rivelata nel tempo ampiamente affidabile. Sull’efficacia della magnetoterapia la questione, come ampiamente discusso poc’anzi, è da sempre estremamente controversa.