La scoperta di Luigi Galvani di fine Settecento cambiò radicalmente il modo di intendere la corrente elettrica e le sue applicazioni. In che senso? Attraverso esperimenti scientifici, lo scienziato italiano riuscì a dimostrare che la corrente elettrica, in un certo senso, dialogava in maniera stabile e alquanto incredibile con le cellule nervose del corpo umano. Questa scoperta è arrivata fino a noi toccando tutti i campi nei quali si prevede una partecipazione dell’elettricità, compreso l’allenamento del proprio sistema muscolare.
Anni di progresso scientifico e soprattutto tecnologico hanno portato all’invenzione di moderni macchinari in grado di far dialogare, esattamente come fece Galvani, gli impulsi elettrici esterni con le cellule nervose e, conseguentemente, con le fibre muscolari. Risultato? L’invenzione di strumenti che si sono rivelati utilissimi per l’allenamento. Uno su tutti, l’elettrostimolatore muscolare! A cosa serve e come funziona?
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Com’è fatto un’elettrostimolatore muscolare?
Se dovessimo spiegare per la prima volta ad un bambino a cosa serve un computer, partiremmo senz’altro spiegando com’è fatto. In maniera analoga, per poter spiegare le funzioni dell’elettrostimolatore muscolare è necessario spendere alcune parole sulla sua composizione. Esso è un piccolo dispositivo elettronico costituito innanzitutto da una centralina a batteria che possiamo paragonare alla scheda madre di quel computer; successivamente, è formato da una serie di elettrodi con superficie adesiva che veicolano piccole scariche elettriche provenienti dalla centralina ed attivabili da un telecomando, un pò come i vari cavi che partono dal pc e collegano i suoi vari componenti.
Tali elettrodi hanno la funzione di aderire alle parti del corpo dove risiedono i muscoli che si vuole elettrostimolare, dopodichè si imprime una scarica elettrica di variabile intensità sulla zona interessata. Gli elettrostimolatori muscolari sono usati soprattutto in ambito sportivo, ma anche per scopi terapeutici.
In cos’altro sono utili questi moderni strumenti?
Le funzioni principali ed i campi d’impiego degli elettrostimolatori muscolari
Partiamo col dire che le funzioni dei moderni elettrostimolatori sono molteplici e varie. Tra queste annoveriamo:
- aumentare la tonicità muscolare: le scariche elettriche conferiscono un eccitazione ai muscoli tali da scuoterli in maniera decisa. Qual’è il beneficio di queste scosse interne? Anche se, esternamente, potrebbero sembrarci impulsi elettrici di bassissima incidenza, internamente succede una sorta di terremoto di magnitudo 8.0: le fibre muscolari vengono totalmente attivate elettricamente, fornendo loro la capacità di spostarsi per poi tornare in sede in brevissimo tempo. Questo movimento, generato per alcuni secondi, va ad allenare la flessibilità dei muscoli e, conseguentemente, ne allena la tonicità, facendoli rimanere attivi e conferendogli una sorta di boost esattamente come quando beviamo una bevanda energetica. Inoltre, il movimento indotto dalle eccitazioni elettriche va a generare microlesioni a livello dei tessuti muscolari che induce il processo di riparazione da parte delle cellule muscolari; tale processo va ad allenare sia la prontezza all’azione dei muscoli, che i processi riparatori utilissimi per ricostruire articolazioni infortunate, dando ai muscoli eccitati durabilità nel tempo;
- favorire movimenti muscolari, come la contrazione e il rilassamento. In che modo l’elettrostimolatore agisce a favore di questi due tipi di movimento? Per capirlo appieno è necessario comprendere in che modo avviene una normale contrazione muscolare: il cervello manda segnali elettrochimici alle cellule motorie che vengono eccitate elettricamente da tali segnali; successivamente, l’impulso elettrico viene immediatamente trasformato in azione cosciente e quindi siamo portati a contrarre il muscolo interessato. Dal momento che già la normale contrazione muscolare è partorita da un segnale di tipo elettrico, andando a stimolare ulteriormente il muscolo tramite impulso esterno proveniente dall’elettrostimolatore non facciamo altro che applicare un upgrade consistente al processo di contrazione, perchè andiamo a sommare impulso elettrico interno con l’impulso elettrico esterno. Ne consegue, quindi, un doppio effetto che opera una vera e propria radice quadrata sui tempi di contrazione del muscolo;
- ridurre la percezione del dolore. Anche in questo caso è bene esaminare come viene mediato il segnale dolorifico dal nostro corpo: essenzialmente attraverso un impulso elettrico proveniente dal cervello. In questo specifico caso, contrariamente a quello che avviene per i movimenti muscolari, come la contrazione, l’impulso elettrico che imprime l’elettrostimolatore ha un’azione inibitoria sulla scarica che veicola il dolore, annullandone l’effetto. In parole povere, riduce sensibilmente il dolore derivante da movimenti muscolari scorretti, ma non lo fa scomparire per sempre; infatti, la funzione inibitoria del dolore ha lo stessa durata di un medicinale: l’effetto dura per poco tempo dopo essersi sottoposti al trattamento attraverso elettrostimolatore. Per cui, se stiamo pensando di usare l’elettrostimolatore come morfina fai da te, non è il caso;
- bruciare grassi: quella di consumare grassi in eccesso andando ad intaccare il tessuto adiposo è una funzione recentemente scoperta. C’è da dire, però, che bisogna prenderla con le pinze, in quanto non ha funzione dimagrante in sè: se stiamo pensando, quindi, di usare un elettrostimolatore per riallineare il nostro peso-forma ai nostri gusti e sfoggiare un fisico invidiabile nell’estate che si sta avvicinando, abbiamo sbagliato metodo. L’elettrostimolatore, infatti, va ad agire sui tessuti grassi in eccesso, andando a smaltire quella famosa pancetta che potrebbe darci notevole fastidio, ma non è di certo indicato per importanti perdite di peso; per quello c’è ancora bisogno di agire sulla dieta.
In conclusione, dopo aver attentamente esaminato le varie funzioni dell’elettrostimolatore muscolare, possiamo evincere che rappresenta un valido alleato nell’allenamento quotidiano, soprattutto se si è nella condizione di riabilitazione da un infortunio, campo in cui l’elettrostimolatore dà il suo meglio.
Tutto questo, tuttavia, non dà l’assoluta garanzia di ottenere gli stessi risultati sostituendo radicalmente l’allenamento fisico normale: non a caso abbiamo parlato di “alleato” e di “collaborazione” intendendo che il ruolo dell’elettrostimolatore è quello di coadiuvare l’allenamento fisico, non di sostituirlo.
Gli effetti benefici della sua azione, infatti, non sono così riscontrabili se si usa l’elettrostimolatore da solo, lasciando ad esempio che faccia il lavoro sporco e permettendoci di lavarcene le mani, sicuri che non sia più necessaria una routine di allenamento costante.
Al contrario, è necessario unire le due tecniche, continuando a impostare per noi stessi un regime di allenamento giornaliero che ci faccia rimanere psicologicamente preparati all’esercizio fisico senza che ci scivoli via e magari abbinando l’uso dell’elettrostimolatore muscolare come partner nell’allenamento. I nostri muscoli ringrazieranno per la tenera cura che ci prendiamo di loro!